MENTE E FERTILITÀ: Il legame invisibile che può cambiare tutto
Di Lara Maria Banchieri - Psicologa-Psicoterapeuta – Pubblicato su “INSalute 3” (2025)
Quando si parla di fertilità, la mente è spesso la grande dimenticata. Ci concentriamo sugli aspetti biologici, sugli ormoni, sui protocolli medici, dimenticando che la psiche e il corpo formano un’unica rete di connessioni, in cui emozioni, pensieri e vissuti influenzano profondamente i processi fisiologici. Negli ultimi anni, sempre più studi hanno dimostrato come lo stress cronico, l’ansia e il carico emotivo legato al desiderio di un figlio possano incidere in maniera significativa sulla fertilità sia femminile che maschile.

Lo stress che spegne la speranza
Il corpo umano è programmato per proteggersi. Quando la mente percepisce una minaccia, reale o simbolica, si attiva il sistema dello stress: il cortisolo e l’adrenalina aumentano, l’organismo si prepara a “combattere o fuggire”. Questa risposta, se protratta, può interferire con la regolazione ormonale, alterare il ciclo mestruale, ridurre la qualità degli ovociti e persino influire negativamente sugli spermatozoi.
Non è quindi un caso che molte coppie raccontino come, dopo lunghi periodi di tensione e tentativi falliti, la gravidanza arrivi proprio quando si lasciano andare o vivono un momento di maggiore serenità.
Ansia da prestazione e desiderio di controllo
La fertilità non è un obiettivo che si può programmare al millimetro, eppure la nostra cultura del controllo spinge molte persone a viverla come una “prestazione”. I rapporti diventano scanditi dal calendario, il tempo è vissuto come un nemico, il desiderio si trasforma in dovere. Questo genera ansia da prestazione, frustrazione e senso di fallimento, che finiscono per compromettere ulteriormente il processo naturale del concepimento.
Accanto allo stress individuale, c’è quello relazionale e sociale. Frasi come “quando lo fate un figlio?” o il confronto con gli amici che diventano genitori facilmente, possono aumentare la pressione interna. Le coppie spesso vivono in silenzio questo dolore, con la sensazione di non essere comprese, alimentando isolamento e vissuti depressivi.
Fertilità e mente: un’alleanza possibile
La buona notizia è che lavorare sulla dimensione psicologica può davvero fare la differenza. Tecniche come la Psicoterapia Breve Strategica e percorsi di supporto psicologico mirato possono aiutare a ridurre i livelli di ansia, a gestire il carico emotivo e a recuperare un senso di fiducia nel proprio corpo. Non si tratta di pensare positivo a tutti i costi, ma di imparare ad affrontare il percorso in modo più equilibrato e sostenibile.
Spesso si tende ad associare la fragilità psicologica legata alla fertilità esclusivamente alle donne. In realtà, anche gli uomini vivono pressioni intense: il timore di non essere all’altezza, la fatica di sostenere la partner, la paura di un problema medico che possa intaccare la virilità. Coinvolgere anche la parte maschile in un percorso di supporto è fondamentale per ridurre tensioni e rafforzare la coppia.
Una visione integrata
La scienza oggi conferma quello che molte persone hanno intuito sulla propria pelle: mente e fertilità sono strettamente intrecciate. Non significa che lo stress sia l’unica causa di infertilità, né che la sola serenità basti a garantire una gravidanza. Significa piuttosto riconoscere che affrontare il tema della fertilità senza considerare la dimensione psicologica è un approccio parziale. Una presa in carico integrata, che affianchi alle cure mediche un supporto psicologico, può migliorare non solo le probabilità di concepimento, ma anche la qualità della vita durante questo percorso.
In altre parole, prendersi cura della mente non è un lusso, ma una necessità. Perché la fertilità non è solo un fatto biologico: è un cammino che coinvolge il corpo, la mente e il cuore.










