Dove abita la tensione: il tronco come radar emotivo


Di Lara Maria Banchieri - Psicologa-Psicoterapeuta – Pubblicato su “Tutto Salute” (settembre 2025)

In un’epoca in cui il benessere psicologico è diventato centrale, si parla spesso della mente, delle emozioni, della consapevolezza. Meno si parla però di dove tutto questo si manifesta nel corpo. Il tronco, la regione che comprende torace, addome e parte bassa della schiena è uno dei luoghi principali in cui le tensioni emotive prendono forma.


Ma cosa significa davvero che il corpo “trattiene” le emozioni? E perché, così spesso, è proprio al centro del corpo che lo sentiamo?

IL CORPO SENTE PRIMA DELLA MENTE

Quando viviamo una situazione di stress o disagio, la risposta dell’organismo è immediata. Prima ancora che ne siamo pienamente consapevoli, il nostro corpo si attiva: il cuore accelera, il respiro cambia, i muscoli si tendono. Questa risposta è regolata dal sistema nervoso autonomo, che agisce indipendentemente dalla nostra volontà. In particolare, il sistema simpatico prepara il corpo all’azione (la cosiddetta “fight or flight”), mentre quello parasimpatico ristabilisce la calma.


Il tronco è il campo d’azione privilegiato di queste reazioni. Ospita il cuore, i polmoni, lo stomaco, il diaframma, e racchiude una fitta rete di terminazioni nervose, incluso il nervo vago, uno degli attori principali nella regolazione emozionale. È anche la zona più densa di connessioni tra sistema nervoso, sistema cardiovascolare e apparato digerente. Non è un caso, dunque, che ansia, rabbia e paura trovino espressione proprio qui.


IL LINGUAGGIO DEL CORPO: DAL NODO ALLA GOLA AL PESO SUL PETTO

Espressioni come “mi si è chiuso lo stomaco”, “avevo un peso sul petto” o “non respiro più” non sono solo modi di dire. Sono percezioni concrete, registrate con precisione dal corpo. L’attivazione cronica del sistema simpatico può causare tensioni muscolari persistenti nel torace, rigidità diaframmatica, dolori intercostali, difficoltà digestive.


Questi segnali fisici sono spesso ignorati o minimizzati, ma in realtà costituiscono un vero linguaggio corporeo delle emozioni. Quando non troviamo modi sicuri per esprimere ciò che sentiamo, è il corpo a farlo per noi. In particolare, il tronco diventa un contenitore silenzioso: trattiene ciò che non riusciamo a dire, metabolizza ciò che non vogliamo affrontare.


LA POSTURA COME SPECCHIO DELL’EQUILIBRIO EMOTIVO

Anche la postura può raccontare molto di noi. Un torace chiuso, le spalle incurvate in avanti, una respirazione alta e affannosa sono segnali tipici di chi vive in uno stato di ipercontrollo o ansia cronica. Al contrario, un tronco libero, con una buona mobilità toracica e addominale, riflette apertura, disponibilità e fiducia.


La psicologia del corpo, a partire da autori come Wilhelm Reich e Alexander Lowen, ha sottolineato il legame profondo tra assetto corporeo e struttura psichica. Il modo in cui “ci portiamo” nel mondo è influenzato dalle emozioni che abbiamo imparato a contenere o a evitare.


IL RUOLO DELLA RESPIRAZIONE NELLA REGOLAZIONE EMOTIVA

Respirare è un atto vitale, ma anche un potente strumento di regolazione interna. Il respiro diaframmatico profondo che coinvolge appieno il tronco è associato a stati di calma e centratura. Al contrario, una respirazione toracica superficiale è tipica degli stati d’ansia e agitazione. Molte tecniche terapeutiche e pratiche corporee, dallo yoga alla mindfulness, dalla bioenergetica alla respirazione consapevole, partono proprio da qui: sciogliere le tensioni del tronco per ristabilire l’equilibrio tra corpo e mente.


IL CORPO NON DIMENTICA

Sempre più studi delle neuroscienze confermano che il corpo conserva tracce delle esperienze traumatiche e delle emozioni non elaborate. Non a caso si parla di “memoria implicita”: ricordi non sempre accessibili alla coscienza, ma impressi nei circuiti corporei.


Il tronco, in questo senso, è una scatola nera emozionale. Contiene le reazioni più antiche e profonde, spesso silenziate ma mai del tutto estinte. Lavorare su questa parte del corpo, attraverso il movimento, la respirazione e l’ascolto sensoriale, può permettere un rilascio graduale delle tensioni trattenute da anni.


ASCOLTARE IL CENTRO

Capire dove abita la tensione è un primo passo per imparare a prendersi cura di sé. Il tronco non è solo un insieme di organi: è il centro psicosomatico del nostro equilibrio. Ascoltarlo significa uscire dall’automatismo, rompere la catena delle risposte involontarie, aprire uno spazio di dialogo tra corpo e mente. In un mondo che spesso ci spinge verso l’alienazione corporea, tornare al centro, respirare, sentire, sciogliere è un atto rivoluzionario e profondamente terapeutico.

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